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La collina d’oro

L’ascesa imponente della passione per il food blogging su Instagram fa sì che grazie alle conoscenze di amici comuni si scoprono tesori della propria città. Questo è infatti il caso de La collino d’oro, sito in Via Rubens 24, consigliatomi da Simone. Storico ristorante cinese dal forte impatto visivo con un menù variegato tutto da scoprire.


Era il 1982 quando il signor Shang aprì il ristorante cinese La collina d’oro. Ieri come oggi, la qualità degli ingredienti è al primo posto. Non è un caso infatti che fin dagli esordi la clientela è sempre stata copiosa, fino a rivelarsi abituale — anche oggi ciò che colpisce una volta varcata la soglia è il grande senso di familiarità e di socievolezza. Tra i numerosi vi è stato anche il celebre architetto e designer milanese Alessandro Mendini. Proprio a lui si rivolse Ting Shang, figlio del proprietario, per il rinnovo del locale in occasione del venticinquesimo anniversario dello stesso. Ting, all’epoca studente dell’Università Bocconi, da sempre appassionato di fotografia e arte, è stato il primo ristoratore cinese ad avere avuto l’idea di accostare la cucina tradizionale cinese con la leggerezza di quella giapponese e thailandese in un ambiente completamente di design. Il suo obiettivo è stato fin da subito quello di prendere le distanze dal minimalismo esotico tipico della maggioranza dei locali fusion milanesi. Dopo una progettazione durata un anno e quattro mesi di lavoro, il design de La collina d’oro è stato completamente trasformato. Il progetto ha preso le distanze da qualsiasi preconcetto di stile d’interni cinese, abbracciando pienamente l’arte contemporanea. L’Atelier Mendini, autore del restyling, ha voluto creare un ambiente decisamente moderno: lampade di design, colori fluo, tavoli e sedie dalle foggie differenti, vetri serigrafati. Un locale dal fortissimo impatto visuale dove il cliente può compiere un’esperienza completa che va dal cibo alla contemplazione delle mostre fotografiche che qui hanno luogo. Oggi la famiglia Shang è per metà cinese e per metà italiana. Massimo Shang fa da eccellente padrone di casa, dirige la sala con grandissima professionalità. L’attenzione per il cliente è a dir poco maniacale, così come anche quella riposta per la freschezza degli ingredienti. Caratteristiche fondamentali, queste, perché presso La collina d’oro si cena un po’ come in un museo contemporaneo con la rilassatezza dello stare in famiglia.


Il menù è molto ampio e le proposte riguardano una attenta selezione delle più grandi tradizioni gastronomiche dell’estremo Oriente. Il menù si apre con gli antipasti, tra cui l'eccellenza di questo ristorante, i Dim Sum: da sottolineare assolutamente il fatto che queste preparazioni vengono eseguite al momento, cottura al vapore compresa, da un cuoco in una postazione a vista. Seguono poi le insalate e le zuppe (c'è anche la Tom Yam Kung). Importante è anche la scelta del sushi; vi è la possibilità di optare tra il plateau di sushi sashimi o le selezioni dello chef. Vi sono sake don, chirashi, tekka don, sake ikura don, temaki, gunkan, hosomaki e uramaki. Non mancano i piatti a base di filetto di manzo di pollo, di maiale e ovviamente il pesce e i crostacei. Si prosegue con il riso e i noodles, gnocchi di riso alla cinese e Pad Thai Kung. Vi è infine una selezione di portate per i vegetariani.


In generale la qualità è curata, non si può dire lo stesso della presentazione di tutti i piatti presentati. Il conto è leggermente alto, a mio avviso. Non so se ritornerei, ma non mi sento di giudicare comunque male questo ristorante.


© Cookingwiththehamster




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