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Mao Hunan

Passando davanti Via Nicola Antonio Porpora 5, Milano, se siete attenti, noterete una insegna sbiadita “Gelateria” ma il locale non vende creme sottozero. Sulla parete vedrete spiccare il faccione di Mao Tse-tung. Ebbene, state per entrare in un atipico ristorante cinese, tutto dedicato alla terra del grande capo rivoluzionario.


L’Hunan si trova nel centro-sud della Cina. Si tratta di un territorio montuoso, dove a sud vi è il lago Dongtind (secondo lago più grande della Cina): Hunan significa, infatti, letteralmente “a sud del lago”. Vanta una popolazione di circa 65 milioni di abitanti suddivisi in 41 gruppi etnici diversi, accomunati dai dialetti cinesi dello Xiang (questa parola viene comunemente usata al posto di Hunan). Proprio nell’Hunan, nel villaggio di Shaoshan presso Hsiangt’an, nel 1893 nasce Mao Tse-tung. Figlio di un contadino proprietario di terre, Mao si interessa di marxismo fin da ragazzo, arruolandosi nell’armata repubblicana di Sun Yat-Sen nel 1910. Nel 1921 partecipa al Convegno di Shanghai, durante il quale viene fondato il Partito Comunista Cinese. Da allora svolge un’instancabile attività per la diffusione del comunismo, percorrendo le campagne dell’Hunan e prendendo contatto coi contadini, convincendoli ad unirsi ai sindacati. L’1 ottobre 1949 viene proclamata la Repubblica Popolare Cinese. Desta interesse il culto della personalità che viene creato attorno a Mao: la sua immagine viene mostrata ovunque (ancora oggi è possibile vedere i graffiti della propaganda per le strade dell’Hunan) e le sue citazioni venivano inserite perfino nelle pubblicazioni mondane. Egli veniva comunemente chiamato “il quattro volte grande: Grande maestro, Grande comandante supremo, Grande timoniere”.


Ma se la storia oggi lo ricorda per essere stato un personaggio controverso, per il Grande balzo in avanti e la Rivoluzione culturale, forse non tutti conoscono la passione di Mao per i piatti tipici della sua terra di origine. Come scrive Edgar Snow ne “Stella Rossa sulla Cina”, Mao “il peperoncino se lo faceva cucinare persino nel pane”, e ancora: “Mangiava quello che mangiavano gli altri, ma essendo originario dell’Hunan aveva quell’amore per il peperoncino, ai-la, tipico del sud”. Mao poneva grande attenzione su quello che mangiava, amava la carne ma durante i suoi ultimi anni di vita non si concederà più di due pasti al mese a base di maiale. Nel 1927 scrive che fare la rivoluzione non è “come invitare persone a cena o scrivere un saggio”. E lui il maiale lo preferiva con più sale e zucchero rispetto alle ricette originali, come racconta il suo cuoco personale Dong Linfa.


Nel 2015 apre dunque Mao Hunan, un ristorante che presenta un retaggio solido ed articolato, i cui piatti parlano di un personaggio storico che i cinesi (e non solo) conoscono molto bene. Ad avere l’idea è stata Jenny, ragazza cinese e studente in Italia, che lamentava la carenza di locali dove gustare la cucina di casa. Stanca di non trovare da nessuna parte il cibo che ha sempre mangiato, decide di aprire un ristorante suo insieme al suo fidanzato Marco (lui è italiano) e l’amica Angela (anche lei cinese). L’idea era inizialmente quella di ricreare la cucina di casa per una clientela cinese che, come lei, non ritrovava il gusto autentico a Milano. La cucina dell’Hunan ha un sapore diretto, forte e piccante, un gusto che a dispetto dei pronostici di Jenny piace moltissimo ai milanesi, tanto da aprire un secondo locale di lì a breve (Maoji).


La presenza di Mao è palpabile all’interno del piccolo ristorante: vi sono grandi graffiti, il colore rosso è onnipresente e anche il menù è proprio il libretto rosso di Mao, con tanto di citazioni. Ma non aspettatevi un locale serio, in realtà Mao Hunan è un ambiente giovane, frizzante, perfetto per una cena con amici, per condividere i vari piatti. Tra le scelte in menù vi sono molti piatti di carne, pesce, ravioli, tofu e verdure. Ovviamente il peperoncino è onnipresente e non mancano diversi piatti dedicati proprio a Mao Tse-tung, come la “Testa di Mao” o la “Pancetta brasata di Mao” (da lui tanto amata). I più curiosi (e temerari) possono dare un’occhiata all’ultima parte del menù, “Specialità che non sceglierete mai (ma le mettiamo ugualmente)”: polmone di manzo a fettine, zampe di gallina piccanti, zampe di maiale in salsa piccante, fettine di rene saltato con peperoncino, intestino di maiale saltato con cipolle, durelli di pollo in salsa agropiccante e orecchie di maiale brasate in salsa di soia. Insomma, ce n’è per tutti i gusti a patto che piaccia la cucina piccante e saporita. La scelta è ampia anche per i budget più ridotti.

© Cookingwiththehamster


Mao Hunan cookingwiththehamster
Scodella di funghi | © Cookingwiththehamster
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Melanzane ripiene di carne | © Cookingwiththehamster
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Ravioli di maiale | © Cookingwiththehamster
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Pentola di calamari | © Cookingwiththehamster


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