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Macha Cafe

Era il 2016 quando aprì il primo Macha Cafe a Milano in zona Moscova. Suscitò fin da subito una grande curiosità perché si trattava del primo format italiano dedicato al celebre e buonissimo tè verde giapponese matcha. Al timone l'imprenditore italiano Antonio Scognamiglio insieme alla sua socia in affari Tunde Pecsvari, entrambi già a capo in Corso Garibaldi di Bento Sushi (chiuso nel 2018 e riaperto a maggio con una nuova proposta delivery) e Osteria Brunello. Proprio lo chef di quest'ultimo locale, Federico Comi, ha curato le ricette di Macha Cafe, adattandole al palato italiano con una idea pubblicitaria molto forte che riguarda il mangiare sano, nutriente, con gusto a dei prezzi accessibili a tutti. Anche gli arredi sono stati studiati fin dalla prima apertura per rispecchiare un concetto di benessere zen, ma che di fatto più che di stile giapponese si può parlare di stile nordico.

Oggi Macha Cafe vanta ben sei locali a Milano, più uno a Torino.


Ma cosa si mangia da Macha Cafe? Tutto ciò che ha a che fare con il matcha e con le mode gastronomiche del momento. Ma attenzione, se pensate di trovare matcha di qualità allora vi avverto subito che avete sbagliato posto: andate dritti senza esitare da Moko's Matcha. Se siete dei cultori del tè verde questo locale vi lascerà infatti enormemente delusi.

Il menù, nel corso degli anni, è stato ampliato con l'aggiunta di piatti in voga, veloci ma soprattutto fotografabili per i social. Da Macha Cafe tutto è furbescamente improntato alla condivisione via Instagram, e devo dire che in questo senso i proprietari sono stati bravi fin dall'inizio poiché hanno da sempre sfruttato il potenziale pubblicitario delle fashion blogger (le trend setter di prima, oggi ci sono i food blogger), le stesse che troverete nelle foto attaccate alle pareti del locale.

Questo è il regno delle bowl, le celebri ciotole che ormai stanno spopolando in ogni angolo di Milano, a base di pesce, vegane o in versione poke (che hanno davvero poco a che vedere con la ricetta originale hawaiiana), e anche dell'avocado: con pesce in versione tartare, l'avotoast (chi non ha mai mangiato un toast all'avocado e salmone negli ultimi anni?) o il famosissimo avocado burger (in Italia è stato proprio Macha Cafe a lanciarne la moda).

Ma la proposta non si ferma qui: roll (uramaki di chiara impronta californiana), pancakes, açai bowl (nell'incertezza hanno aggiunto anche un po' di Brasile), fish burger, insalate e poi la grande parentesi del beverage a base di matcha che spazia dal cappuccino arrivando ai cocktail, senza tralasciare i dolci sempre preparati col tè verde giapponese (includono tiramisù, plumcake anche in versione senza glutine, cheesecake anche vegana - proprio la cheesecake è forse la peggiore mai mangiata in tutta la mia vita).


In sostanza, provare Macha Cafe significa fare esperienza di un mix di mode gastronomiche che derivano direttamente dalla rielaborazione americana / californiana di quello che è l'estremo oriente e tutta la filosofia salutare che ne fa parte. Il risultato ovviamente non è autentico rispetto al Giappone, ma incarna perfettamente lo stile Usa in questo senso.

Personalmente sono stata loro cliente in questi anni in un paio di occasioni ma non sono rimasta estasiata. Le proposte culinarie sono tutte deludenti, scarne nel gusto e nella quantità. Sulla materia prima c'è poco da dire, buona ma nulla di entusiasmante. Sicuramente questo è un locale adatto a una clientela giovane, per un pasto veloce o una merenda, senza però aspettarsi i fuochi d'artificio.

Macha cafe milano Cookingwiththehamster
Macha cafe | © Cookingwiththehamster
Macha cafe milano Cookingwiththehamster
Macha cafe | © Cookingwiththehamster
Macha cafe milano Cookingwiththehamster
Macha cafe | © Cookingwiththehamster

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