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Kanpai

Nella zona di Porta Venezia, a Milano, il 20 gennaio 2018 apre Kanpai, un izakaya moderno ed interessante. Lo scopro grazie al “passaparola” di Instagram (come sempre più spesso succede con le nuove aperture): a breve ci sarà una esclusiva degustazione di saké presso il locale. Prenoto e ne approfitto quindi per sperimentarlo e vedere quali sorprese riserva.


Kanpai nasce da un’idea ben costruita e delineata, che prende forma a partire da gennaio 2017. Si tratta di un progetto ambizioso che pone al centro della ricerca dei suoi tre ideatori la rappresentazione di un Giappone contemporaneo e urbano, legato saldamente all’autenticità attraverso la creazione di piatti autentici che strizzano l’occhio al presente nipponico in costante evoluzione. La volontà è quella di dare vita a un ambiente internazionale, che sappia ben rappresentare la tradizione nipponica nella sua natura estremamente contrastante, dove passato e futuro si fondono insieme creando un qualcosa di unico e mai banale.

Per fare ciò, gli ideatori si sono ispirati all’izakaya, ovvero quel tipo di locale informale estremamente diffuso nel Sol Levante dove i clienti possono bere saké e alcool nipponico fino a tarda notte, mangiando piccoli piatti della tradizione.

Per essere fedeli a questi presupposti è stato necessario mettere a capo della cucina uno chef giapponese: Jun. Nata e cresciuta a Tokyo nel quartiere dello storico mercato del pesce di Tsukiji (si tratta del mercato ittico più grande e famoso del mondo), dopo una laurea in arte, si dedica alla cucina (infatti ha lavorato precedentemente da Gong). Con una preparazione così varia, Jun è capace di realizzare dei piatti creativi, che sono davvero in grado di rompere gli schemi di una Milano sempre più abituata ai soliti piatti della tradizione culinaria nipponica. E ciò che colpisce non è solo la ricerca di fondo, degli ingredienti freschi, dei sapori contrastanti, ma anche la cifra stilistica dei colori e dell’impiattamento magistrale.

Il menù da lei proposto è corto, concentrato in una serie di piatti che vedono la tradizione come punto di partenza. Da citare sicuramente il karaage (frittura di coscette di pollo disossate e marinate allo zenzero), il nasunagi (ciotola di riso con melanzane brasate e marinate nella loro salsa, poi cotte in forno), il black okonomiyaki (la famosa “pizza di Osaka” a base di cavolo, farina, pancetta, calamari e nero di seppia) e gli yakitori yuzukosho (pollo al forno con yuzukosho e taro fritto).


Ma la ricerca non si limita solo al cibo. La drink list, firmata Samuele Lissoni, è una vera e propria ode al Giappone. Estremamente rispettoso della materia prima, Samuele Lissoni crea cocktails nuovi, invitanti, twist sui classici unici nel loro genere. La sua ricerca parte dalla storia di ogni etichetta, per donare al cliente un’esperienza di beverage coinvolgente e completa. Tra i cocktail preferiti vi sono Road to Tokyo (gin al basilico, vermouth dry allo shiso verde, pimiento e spremuta di lime), Inemuri 999 (vodka al kaffir, lime, velluto di liquore alla camomilla, sherbet allo zenzero e cetriolo), Shisonfire (vodka e shochu allo shiso rosso, liquore allo yuzu, pompelmo rosa, olii essenziali di agrumi, vaporizzazione di verbena). Kanpai è un punto di riferimento anche per la ricercata lista di sakè, in continua evoluzione. Viene posta una grande attenzione alle novità in arrivo da Giappone, questo per venire incontro alle esigenze della clientela, ora particolarmente preparata ed esigente, ora neofita e piena di interesse per questo prodotto sempre più di moda.

Oltre a ciò, sono presenti ben venticinque tipi diversi di whisky giapponesi e uno spazio dedicato viene riservato anche allo shochu, onnipresente in Giappone ma quasi sconosciuto in Italia. Si tratta di un prodotto tradizionale che viene consumato durante i pasti spesso diluito con acqua (mizuwari) o tonica (shochu Highball).

Perfetto per una serata sia con amici, sia in coppia, Kanpai regala un’atmosfera davvero moderna, con spazi ricercati opera di Tiziano Vudafieri e Claudio Saverino: dal bancone di otto metri con piano in bambù, alla sala delle lanterne a quella del grande murales in bianco e nero con monitor integrati realizzata dall’artista Gaudio (Alessandro di Vicino). Persino il bagno è una chicca unica, un tributo alla Yamanote Line di Tokyo.


Aggiornamento: dal 2019, in seguito al rinnovo della brigata di cucina, lo chef di Kanpai è Masaki Okada.

Originario di Gifu, chef Masa ha avuto una formazione della cucina giapponesi principalmente kaiseki. Approdato in Italia ha lavorato presso Yoshinobu, Sol Levante, Tomoyoshi Endo e Iyo.

Rispetto agli esordi, i prezzi si riconfermano a mio avviso troppo elevati rispetto alla quantità e la tipologia delle pietanze servite e il servizio troppo freddo.

Vi è anche il servizio delivery Kanpai Deli.

© Cookingwiththehamster


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Entrèe | © Cookingwiththehamster
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Karaage | © Cookingwiththehamster
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Black okonomiyaki | © Cookingwiththehamster
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Unagi don | © Cookingwiththehamster
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Pescatore don | © Cookingwiththehamster


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