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Dim Sum

Gli estimatori della cucina cinese e più propriamente dei dim sum hanno una roccaforte dove poter gustare questa deliziosa cucina a Milano. Il ristorante, che ne porta appunto il nome, è Dim Sum ed è situato in via Nino Bixio 29. Il locale elegante e raffinato dove fare un’esperienza di cucina cinese alta ed innovativa.


La cultura dei dim sum ha delle radici molto lontane, la storia colloca l’inizio di questa tradizione gastronomica ai tempi della Via della seta nella Cina meridionale. A quei tempi i viaggiatori necessitavano di piccoli pasti per rifocillarsi e riposare. Per questo motivo lungo il percorso vennero aperte delle piccole sale da tè per la consumazione di questi numerosissimi piatti: da qui il nome della pratica “yum cha” (bere il tè). E proprio dim sum si traduce in quello che è considerato un tipo di cucina della Cina meridionale, che comprende una lunga serie di svariati piccoli piatti da consumare, appunto, con del tè cinese. I dim sum, da allora, sono stati serviti su piattini o in cestini di bambù fin dal mattino (alcuni ristoranti di Hong Kong iniziano a proporli già alle cinque del mattino) fino a mezzogiorno, mentre durante il resto della giornata fino a sera vengono proposte altre pietanze della cucina cantonese. Queste preparazioni hanno da sempre fatto parte della quotidianità del popolo cinese: moltissimi anziani le consumano la mattina dopo gli esercizi fisici ed è tradizione che i genitori portino i bambini a mangiarli la domenica per incontrare i nonni. Un tempo considerati un semplice spuntino da mangiare nei locali o a portar via, oggi sono parte integrante dei pasti soprattutto a Hong Kong.


Oggi a Milano queste preparazioni sono molto in voga e il ristorante Dim Sum ha giocato un ruolo molto importante nel far conoscere questa cultura gastronomica cinese. Gli imprenditori Yike Weng e la moglie Chiara Wang Pei (tra l’altro presenti al locale e molto attenti alle esigenze dei clienti al tavolo) sono proprietari del locale fin dal 2000, quando al posto della cucina cinese proponevano quella giapponese nel ristorante Kyoto. Nel 2013 la svolta, aprendo appunto Dim Sum. Entrambi originari della regione dello Zhejiang, nel corso degli anni si sono distinti per l’altissima qualità delle pietanze proposte e l’eleganza dei locali che gestiscono (impossibile non nominare Bon Wei): da Dim Sum gli interni sono raffinati, curati con accortezza dall’architetto Carlo Samarati, che ne ha fatto un ristorante giocato sui toni freddi dell’acciaio e del blu, ottimale per rilassarsi e gustare delle pietanze delicatissime realizzate dallo chef Wu Jing, specializzato in questo tipo di preparazioni. E’ possibile vederlo all’opera insieme alla sua brigata nella cucina a vista, mentre prepara i dim sum a mano — vengono realizzati freschi quotidianamente — e li cuoce al momento.


Come già accennato, i dim sum sono molteplici e presso il ristorante è possibile gustare le preparazioni principali e in diverse declinazioni esclusive. Vi sono dunque: shao mai (raviolo cinese originario di Hohhot, Mongolia Interna), jiaozi (tipo di fagottino ripieno di carne e/o verdura la cui pasta, solitamente spessa, nei dim sum è sottile, quasi trasparente, pressata con le dita all’estremità), shao long bao (tipo di pasta al vapore dell’area geografica dello Jiangnan — che comprende varie zone di Jiangsu, Ahui, Jianxi, Zhejiang — e in particolare associato a Shianghai e Wuxi; preparato in uno speciale cestino di bambù a Xiaolong, che ne dà il nome) e baozi (panino ripieno cotto a vapore). Sono piatti adatti alla condivisione, realizzati con materia prima di altissima qualità; la pasta dei ravioli è realizzata fresca con farina di grano tenero e riso. Alcuni piatti sono molto tradizionali, altri invece strizzano l’occhio alla modernità, come ad esempio: shao mai con manzo di Chianina ed erba cipollina; jiaozi con edamame e tartufo, in pasta di riso; jiaozi con zucca e perle di Aceto Balsamico, in pasta di riso, con zafferano; jiaozi con pollo e latte di cocco, in pasta di riso, con carota nell’impasto. A completamento della tradizione dei dim sum non mancano ovviamente le zuppe. Vi sono poi diverse proposte di riso e pasta, numerose ricette a base di carne che comprendono pollo, manzo, maiale, anatra e poi ovviamente i piatti di pesce e crostacei. Completano il menù i piatti a base di verdure. Le preparazioni vengono servite al tavolo in piatti eleganti, i dim sum nei tradizionali cestini in bambù. Qui lo staff consiglia di bere vino o champagne come accompagnamento: la modernità la si evince anche dalla scelta di non proporre tè cinese. Dim Sum ha inoltre ricevuto il titolo “maison recommendée” dallo champagne Perrier Jouet — è la prima volta che questo brand conferisce tale titolo a un ristorante asiatico in Italia. Anche la carta dei dolci propone ricette riviste in chiave contemporanea; vale la pena domandare allo staff le migliori preparazioni fuori menù del giorno.


© Cookingwiththehamster




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