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Film controversi giapponesi e enjo kōsai

Prima di addentrarci in questo argomento delicato, che ha prevalentemente come protagoniste le liceali, è bene fare una breve parentesi storica.

Dall'inizio degli anni '90 fino agli anni 2000 il Giappone ha affrontato un periodo di incertezze economiche a seguito dello scoppio della bolla speculativa di fine anni '80.

In quegli anni il Sol Levante ha cercato di mantenere il primato di super potenza mondiale tentando di non perdere mai la propria identità ricevendo però, allo stesso tempo e in quantità sempre maggiori, molte influenze occidentali (in termini di informazioni e immagini), soprattutto dall'America.

Durante questo cambio generazionale le ragazze perseguivano un nuovo canone estetico prendendo spunto da riviste, film, tecnologia e musica, mischiando ciò che era proprio (come per esempio il J-Pop e l'ossessione per gli idols) con quello che è di importazione estera. La popolarità scolastica (e nella vita) era qualcosa da raggiungere a ogni costo, bisognava essere assolutamente qualcuno, pena il fallimento. L'omologazione non era più vista come una virtù per fare sempre meglio per il proprio paese, bensì una condanna: l'anonimato andava combattuto con l'abbigliamento e uno stile di vita glamour.


Facendo un ulteriore passo indietro nel tempo, negli anni '70 chi si poneva contro le regole ferree della società giapponese veniva marchiato ed isolato. Proprio nel contesto scolastico vi erano le sukeban (スケバン), bande femminili di studentesse fallite che si dedicavano a furti, prostituzione e risse (spesso usando coltelli e catene). Le sukeban sono rimaste in voga fino all'inizio degli anni '90, quando vennero totalmente soppiantate dall'enjo kōsai (援助交際). Questo termine, usato per la prima volta nel 1995, indica quel fenomeno tipico del Giappone contemporaneo che prevede la disponibilità da parte di studentesse di età compresa tra i 12 e i 20 anni ad incontrare di nascosto uomini adulti (come i salaryman, uomini d'affari) in cambio di soldi o regali. Non si trattava più di teppiste appartenenti a famiglie problematiche, bensì studentesse provenienti da famiglie perbene.

Sono stati i mass media i primi a porre l'attenzione su questa delicata problematica sociale: le ragazze non si limitavano ad accompagnare uomini adulti a far compere o al karaoke, molti di questi incontri terminano nei love hotel ed erano sempre più numerose le richieste di aborto da parte di minorenni.

Era inoltre consuetudine vendere i propri indumenti, la tuta da educazione fisica o la divisa alla marinara (fuku), le scarpe e la biancheria intima nei burusera shop (negozi dove si vende la biancheria usata delle studentesse). Questa pratica era talmente in voga che gli uomini disposti a spendere soldi per soddisfare il loro feticismo acquistando feci, saliva e urina erano un numero incalcolabile: solo nella città di Tokyo negozi del genere erano decine.

La situazione era così fuori controllo che la polizia arrivò ad arrestare per la prima volta il proprietario di un burusera shop a Tokyo nel 1994 per aver venduto biancheria intima usata di una minorenne. L'anno successivo iniziarono gli arresti anche di centinaia di ragazze che praticavano enjo kōsai e il governo varò delle leggi per limitare drasticamente l'esercizio di tali negozi, che col passare del tempo chiusero uno dopo l'altro. Ad oggi, l'unico burusera shop ufficialmente ancora in attività è Rope.


Se negli anni '80 gli incontri tra studentesse e uomini avvenivano all'interno dei club (soprattutto a Shinjuku), negli anni '90 e inizio '00 ci si trovava a Shibuya. Qui le ragazze organizzavano appuntamenti tramite computer, telefoni cellulari o telekura (テレクラ), locali dotati di centralino dove erano i clienti ad attendere la chiamata delle ragazze - per non farsi trovare dalla polizia, le ragazze chiamavano il telekura tramite un numero verde che rimbalzava la chiamata ed il relativo costo al cliente. Shibuya era ed è anche la piazza in cui sono i ragazzi a cercare le studentesse, chiedendo se sono disposte a svolgere dei "lavoretti" in cambio di soldi.

Col denaro così "guadagnato" le studentesse potevano acquistare borse e capi firmati, trascorrere del tempo con le amiche nei locali alla moda e comparire nelle riviste dedicate alle ragazze popolari nelle scuole. Erano tante infatti le testate che realizzavano reportage ed interviste sullo street-style e le ultime tendenze. Un'ossessione tale da "giustificare" questa forma di prostituzione. Ma perché si arrivava a tanto? Durante quegli anni era molto difficile che i genitori lasciassero soldi alle figlie da spendere per oggetti futili o per divertirsi. Il futuro di ognuna di loro risiedeva nel risultato scolastico, un voto negativo poteva significare il mancato accesso ad un'università prestigiosa e alla conseguente impossibilità di svolgere un lavoro ben retribuito e socialmente considerato. Perciò tante ragazze si ribellavano, alcune lo facevano trasgredendo solamente con l'abbigliamento (come le kogal e le ganguro), altre arrivando a prostituirsi.

Di tutto questo fenomeno la stampa estera si è sempre quasi totalmente disinteressata, mentre molti artisti giapponesi lo hanno messo in luce con film e manga (prima fra tutte Mihona Fujii con Gals!, del 1998). Ecco quindi una lista di film che trattano la società giapponese di quel periodo e le relative tematiche: prostituzione minorile, tecnologia, isolamento, suicidio, controllo sociale e alienazione.


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Gals! | © Dynamic Italia

Ecco quindi i film giapponesi più controversi!


A Snake of June

六月の蛇, Rokugatsu No Hebi by Shinya Tsukamoto (2002)

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A Snake of June | © cinewriting.it

Il film, volutamente girato in bianco e nero virato al blu come le ortensie e l'acqua (elementi ricorrenti nella pellicola), si sviluppa durante il mese di giugno, in piena stagione delle piogge in Giappone. Rinko, la protagonista, è un'assistente psichiatrica telefonica sposata con un uomo molto più grande di lei che viene ricattata da un uomo con delle foto compromettenti. Da questo antefatto la donna troverà la forza di abbattere i propri limiti, così come il marito.


Audition

オーディション, Ōdishon by Takashi Miike (1999)

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Audition | © amazon.it

Il titolo del film si riferisce all'audizione che la protagonista Asami compie per essere ingaggiata come attrice. In realtà si tratta di un casting finto perché il regista vuole dare la possibilità all'amico Aoyama, vedovo da anni, di conoscere nuove ragazze. I due paiono intraprendere una relazione che in realtà si trasformerà in un vero e proprio incubo carico di violenza e spietatezza.

Ritenuto dalla critica sia come un capolavoro, sia come uno dei massimi esempi di efferatezza sul grande schermo (persino Marilyn Manson lo considerò troppo estremo per il suo stile), di fatto Auditon è il film che ha reso Takashi Miike un regista di fama mondiale.


Battle Royale

バトル・ロワイヤル, Batoru Rowaiaru by Kinji Fukasaku (2000)

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Battle Royale | © http://nihonexpress.blogspot.com/

In un Giappone dove l'economia è profondamente in crisi e i giovani sono teppisti senza futuro, il governo emana il Battle Royal Act tramite il quale ogni anno viene estratta una classe scolastica da inviare su un'isola deserta al fine di disciplinarli. Nessuna regola, solo un'arma in dotazione: è una lotta alla sopravvivenza, vince il solo che resta vivo. Un film di prepotente denuncia nei confronti della società e del sistema scolastico giapponese che mette in discussione tutti i valori da sempre osannati alla base della società nipponica. Il film è ispirato all'omonimo romanzo di Koushun Takami (1999) e, al momento dell'uscita, ha generato discussioni parlamentari a causa dell'eccessiva violenza. Hunger Games, inoltre, è stato considerato da buona parte della critica (a ragione, secondo il mio parere) un plagio di Battle Royale.


Bounce Ko Gals

バウンス, ko GALS by Masato Harada (1997)

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Bounce Ko Gals | © imdb.com

Bounce Ko Gals centra in pieno la questione enjo kōsai: le protagoniste partecipano infatti agli appuntamenti con uomini molto più grandi di loro, fino a quando non restano invischiate nel pericoloso giro della yakuza. Il film mostra inoltre i burusera shop e tratta il tema dell'aborto.


Eat the schoolgirl

Eating Schoolgirls: Osaka Telephone Club by Naoyuki Tomomatsu (1997)

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Eat the schoolgirl | © nientepopcorn.it

Un vero e proprio b-movie ruotante intorno alla realtà dei telekura e della yakuza che contiene tutte le tipiche caratteristiche dello snuff: scene di stupro e violenza altamente disturbanti e situazioni splatter totalmente gratuite.

Un prodotto sicuramente non adatto ai più impressionabili che ancora, tra gli amanti del genere, fa pensare se sia un capolavoro o un enorme bluff.


Girl's life

ガールズライフ, Garuzu raifu by Yuki Otsuka (2009)

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Girl's Life | © pics.filmaffinity.com

Rina Sakurai (sakurina) è la protagonista di questo film autobiografico. Originaria di Osaka, Sakurina è stata una modella per la rivista Ageha a partire dal 2007 e cantante J-Pop l'anno successivo. Nel film viene mostrato il suo arrivo a Tokyo e le difficoltà da lei riscontrate nel trovare un lavoro e raggiungere l'indipendenza dopo essere stata cacciata di casa e ripudiata dalla sua famiglia.

Sakurina è diventata nel tempo un modello aspirazionale per molte ragazze appassionate di moda e make-up: nonostante avesse lasciato la scuola e senza una famiglia che la supportasse, Rina è diventata testimonial per brand di successo mantenendo uno stile di vita basato sui canoni estetici delle gyaru.


Kamikaze Girls

下妻物語, Shimotsuma monogatari (2004)

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Kamikaze Girls | © amazon.it

Film diventato fin da subito un vero e proprio cult, Kamikaze Girls rappresenta di fatto la congiunzione estetica e sociale tra le sukeban e lo stile lolita, uno dei riferimenti estetici e sociali più in voga all'inizio degli anni 2000 in Giappone e che ha avuto un enorme successo anche in Occidente (soprattutto in America ma anche in Francia, Italia e Germania).

Tratto dalla light novel omonima di Novala Takemoto, il film descrive l'amicizia tra due ragazze decisamente agli antipodi sia come carattere che come scelta di abbigliamento. Vengono rappresentate ambientazioni rurali, molto diverse dal glamour della città e, soprattutto, viene mostrato uno dei brand di maggiore successo dell'epoca per quanto riguarda la moda lolita: Baby, The Stars Shine Bright.


Love & Pop

ラブ&ポップ, Rabu & Poppu by Hideaki Anno (1998)

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Love & Pop | © wikipedia.org

Love & Pop è di fatto la continuazione di Tokyo Decadence, diretto da Hideaki Anno successivamente all'enorme successo Neon Genesis Evangelion.

Ambientato a Tokyo, è a mio avviso il film che meglio rappresenta la realtà dell'enjo kōsai. Attraverso riprese spesso stranianti e confusionali, lo spettatore viene condotto in una spirale di situazioni legate alla prostituzione minorile a Shibuya nell'arco del giorno 19 luglio 1997.


My Rainy Days

天使の恋, Tenshi no Koi by Yuri Kanchiku (2009)

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My Rainy Days | © imdb.com

My Rainy Days è tratto dall'omonimo cell-phone novel divenuto estremamente popolare nel 2009 (arrivando a raggiungere i 13 milioni di lettori nello stesso anno) - questo genere letterario nasce in Giappone durante gli anni '90 e consiste nella stesura di un romanzo scrivendo numerosi messaggi di testo da circa 100 parole; le principali autrici erano soprattutto giovani ragazze che trattavano temi difficili come la gravidanza, triangoli amorosi, stupro e prostituzione.

Il film in questione narra le vicende della bellissima diciassettenne Rio Ozawa, dedita alla pratica dell'enjo-kōsai.


Nessuno lo sa

誰も知らない, Dare mo shiranai by Hirokazu Kore'eda (2004)

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Nessuno lo sa | © asianfeast.org

In questo drammatico film viene messo in scena uno dei temi più ricorrenti presenti sia nei romanzi che nella filmografia giapponese: la disintegrazione della famiglia. La trama è ispirata ad un fatto realmente accaduto nel 1988, quando una madre abbandonò i suoi cinque figli in un appartamento a Tokyo. Nel film viene rappresentato l'enjo-kōsai come espediente per sopravvivere alla povertà e all'abbandono.


Noriko's Dinner Table

紀子の食卓, Noriko no Shokutaku by Sion Sono (2005)

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Noriko's Dinner Table | © wikipedia.org

Noriko's Dinner Table è la continuazione del film Suicide Club (2002) diretto anch'esso da Sion Sono e tratto dal romanzo Suicide Circle: The Complete Edition (2002), realizzato sempre dal regista.

Il film si sviluppa attraverso numerosi flashback per chiarire e spiegare le dinamiche di Suicide Club. Esso approfondisce le tematiche della solitudine e della famiglia.


Peach Girl

ピーチガール, Pīchigāru by Kōji Shintoku (2017)

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Peach Girl | © mydramalist.com

Il film è tratto dal celebre e omonimo manga di Miwa Ueda (1998). Peach Girl prende il titolo dal nome della protagonista di questa storia adolescenziale e romantica, Momo Adachi, spesso confusa a scuola per una ragazza "facile" a causa del suo aspetto eccentrico.


Perfect Blue

パーフェクトブルー, Pāfekuto burū by Satoshi Kon (1998)

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Perfect Blue | © imdb.com

Perfect Blue è un film di animazione liberamente ispirato al romanzo omonimo di Yoshikazu Takeuchi, dal quale è stato inoltre tratto il live action Perfect Blue: yume nara samete (2002).

Mima Kirigoe, la protagonista, è una idol molto famosa in Giappone. Vuole lasciare il mondo del J-Pop per diventare un'attrice ma, proprio nella fase di cambiamento di carriera, viene continuamente contattata da uno stalker.

In un climax carico di ansia vengono toccati numerosi aspetti scomodi della società giapponese, come la fissazione per i personaggi famosi ancora estremamente giovani, i reati legati al web, lo sfruttamento dei giovani talenti (soprattutto le donne) da parte delle major e la televisione. Perfect Blue, inteso sia come film che come romanzo, è sicuramente un prodotto di altissimo livello, annoverabile tra i capolavori di questo genere.


Riri Chou-Chou No Subete

リリイ・シュシュのすべて, Ririi Shushu no subete, Tutto su Lily Chou-Chou, All About Lily Chou-Chou by Shunji Iwai (2001)

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All about Lily Chou-Chou | © horrornews.net

Il film viene realizzato in seguito ad un esperimento sociale realizzato dal regista: il primo aprile del 2000 egli aprì il sito web Lilyholic mettendovi all'interno una BBS per registrare i messaggi lasciati dagli utenti in visita. Tra i messaggi lasciati ve n'erano alcuni di risposta ai precedenti che, in realtà, erano scritti dal regista stesso per vedere come reagivano i veri frequentatori del sito. Da questo "romanzo virtuale" ne scaturisce dunque la prima parte del film che ha luogo nel Giappone rurale. Filmato con una videocamera a 24p (la stessa tecnologia digitale impiegata da Hideaki Anno per il suo Love & Pop), All About Lily Chou-Chou tratta il tema dell'adolescenza all'inizio degli anni 2000, le frustrazioni della gioventù, la prostituzione minorile e i crimini. Come via di fuga dal reale orribile vi è la musica della cantante eterea Lily Chou-Chou.


Shoujyo: An Adolescent

少女~ by Eiji Okuda (2001)

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Shoujyo: An Adolescent | © imdb.com

Il film ha luogo in una cittadina durante un'estate dove un poliziotto di mezza età seduce numerose donne del posto. Un giorno incontra Yoko, una ragazza dedita all'enjo kōsai. Da questo primo incontro nasce una difficile relazione che porterà i due a scoprire che sono più uniti e vicini di quanto non pensino.


Stop The Bitch Campaign

援助交際撲滅運動, Enjo-kōsai bokumetsu undō by Kōsuke Suzuki (2001)

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Stop The Bitch Campaign | © asianwiki.com

Primo di una trilogia, Stop The Bitch Campaign è tratto dal manga Another one bites the dust di Tetsuya Koshiba e Hideo Yamamoto.

Enjo kōsai, prostituzione minorile, yazuka e delitti sono gli ingredienti di questo film, condito da momenti horror e splatter.


Suicide Club

自殺サークル, Jisatsu Sākuru by Sion Sono (2002)

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Suicide Club | © spietati.it

Suicide Club è sicuramente uno dei film più emblematici di ciò che la società giapponese stava vivendo durante gli anni '90 e l'inizio dei '00. Un titolo assolutamente imperdibile.

Viene mostrato il Giappone come un micro-mondo caratterizzato dall'alienazione che prevede come unica via di liberazione il suicidio. Una vita che è uno spettacolo grottesco che culmina con un finale surrealista.

La pellicola tratta numerosi temi tra i quali gli idol, internet e i computer, la pressione psicologica scolastica, la televisione e i messaggi subliminali.

Da questo film è stato tratto il romanzo Suicide Circle: The Complete Edition (2002) e il manga scritto e disegnato da Usamaru Furuya. Il seguito è stato realizzato dallo stesso regista col titolo Noriko's Dinner Table (2005).


Tokyo Decadence

トパーズ ,Topāzu by Ryū Murakami (1992)

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Tokyo Decadence | © mymovies.it

Diretto da Ryū Murakami e tratto dal suo omonimo romanzo, Tokyo Decadence è il film più famoso e conosciuto riguardante "l'altra faccia" del Giappone. A mio avviso è essenzialmente fondamentale.

Ai è una giovanissima prostituta che lavora per un'agenzia di squillo a Tokyo. Attraverso gli incontri coi suoi clienti viene mostrato il vero aspetto del sadomasochismo ai tempi della bubble economy. Una storia struggente raccontata attraverso un film nudo e crudo, tanto da essere legalmente vietato in Corea del Sud e Australia.

Il seguito, Topaz II, verrà realizzato dal regista Hideaki Anno col nome Love & Pop.


Visitor Q

ビジターQ, Bijitā Kyū, by Takashi Miike (2001)

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Visitor Q | © wikipedia.org

Visitor Q tratta le vicende della famiglia Yamazaki, la cui routine viene sconvolta dall'arrivo di un "visitatore" che cambierà per sempre le loro vite. Si tratta di un film particolarmente crudo e complesso che pone in luce temi come l'alienazione, la violenza, il bullismo, la droga, la prostituzione e l'incesto. Per il tema trattato, inoltre, questa pellicola mostra numerose analogie con il film Teorema di Pier Paolo Pasolini del 1968.

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