Bergamo è un capoluogo lombardo molto antico e suggestivo: la Città Alta, che ospita il Duomo della città, affascinante e cinta dalle mura veneziane è una meta di turisti da tutto il mondo.
Ma anche una città così ricca di storia si sta aprendo alla cucina asiatica, con proposte ricercate e decisamente interessanti.
Ecco quindi dove mangiare asiatico a Bergamo e provincia!
Wen
Enorme, elegante e scenico: il ristorante Wen si staglia in una zona molto tranquilla di Bergamo con i suoi colori scuri, gli interni raffinati e ricchi di atmosfera. Un parcheggio dedicato ne facilita l'accesso, il servizio è gentile, giovane e informale, l'ambiente è perfetto per una cena importante, romantica o per un business lunch di livello.
Queste sono le prime impressioni che si hanno una volta varcata la soglia: le sale lussuose che incuriosiscono con effetti a specchio e i toni lavici del grigio di Londra, l'area lounge dove gustare ottimi cocktail realizzati con ingredienti asiatici mentre si attende di prendere posto al proprio tavolo, la fornitissima cantina che propone vini ricercati e champagne - fatevi consigliare in merito dalla sommelier Sara.
Ma la vera sorpresa (almeno per me) è quella di trovare a capo della cucina chef Masaki Okada. Il suo curriculum è davvero importante, egli ha infatti lavorato precedentemente nei rinomati ristoranti Yoshinobu, Sol Levante, Tomoyoshi Endo, Iyo e Kanpai. Una carriera di tutto rispetto che lo ha portato a fare scoprire la cucina del Sol Levante a Bergamo, con un tocco tutto personale.
Il menù è molto variegato, accontenta tutti. Io però ho provato un percorso degustazione.
Per cominciare l'amuse bouche: sgombro nanbanzuke (carpione giapponese) con pomodoro e germoglio di aglio dolce. Un inizio stuzzicante perfetto accompagnato da una bollicina.
Battuta di gambero rosso con gelée di yuzu ponzu, germogli di daikon (che danno una nota croccante e fresca che completa il gusto), gambo di cavolo cinese, polvere di yuzu, stracciatella e zest di lime.
A mio avviso una corretta alternativa all'ormai stantia tartare di gamberi rossi.
Ostrica in tempura con salsa teriyaki al miele di castagno.
Selezione di nigiri: mazzancolla fresca al vapore (il sushi viene servito a metà, come avviene in molti omakasè di alto livello in Giappone), ventresca di tonno con kizami wasabi, calamaro sfrangiato, scottato con bottarga.
Riccio di mare con riso al vapore. Se adorate come me il sapore del mare questa portata è proprio per voi.
Squid Game: uramaki dedicato all'omonima serie coreana, realizzato all'interno con calamaro in tempura, pomodoro essiccato, mentre all'esterno calamaro scottato con mentaiko e taccole. Fresco e gustoso, mi è piaciuto molto.
Riso nero al salto con salmone, branzino, gamberi e verdure con bisque di astice. Raramente ho gustato un riso nero di pesce così raffinato e ben mantecato come questo.
Capasanta scottata, chips di capasanta e guacamole, crema di taro, riso koji e burro alla salsa di soia. Un piatto che strizza l'occhio alla cucina francese pur restando delicatissimo.
I dessert sono da considerarsi, a mio avviso, dei piatti a se stanti più che un piccolo capriccio a fine pasto. Sono estremamente curati, complessi e raffinati, opera di Paolo Moschini, grande consulente di pasticceria. Io vi consiglio di condividerli.
Pina colada: cialde croccanti al cocco con namelaka di cioccolato bianco e cocco, ananas fresco e semi-candito, grue di cacao, chantilly ghiacciata alla vaniglia e gel di limone.
Aki: semisfera di cioccolato bianco, crema di marroni, bisquit al cioccolato e rum, chantilly alla vaniglia, meringa con grue di cacao e salsa alla zucca.
Wen è la risposta alla richiesta del lusso accessibile in termini di cucina giapponese rivisitata a qualche chilometro da Milano. Sicuramente la presenza di uno chef giapponese affermato saprà dare, nel tempo, efficacia ad un menù in costante miglioramento. Complimenti a Chris Wen e a tutto il suo staff!